Olio
su tela 40 x 50 cm
Questo
dipinto tocca una tematica forte. E’ un quadro che vuole
sottolineare una tra le pagine più terrificanti della
storia dell’umanità, mettendo la Shoah
su un piano che resti invariato nel tempo. Per non
dimenticare, né affievolirne il ricordo. Questa è una
risposta brusca al negazionismo che ancora oggi ha la viltà
di insistere nelle sue teorie antisemite. La presenza del
bambino accusa l’ufficiale tedesco che non può sopportare
il peso della verità ed indietreggia schiacciato dal
rimorso. In vita si riesce a mentire, sperando di nascondere
il male fatto, ma oltre il tempo terreno la verità non
lascia alibi. Il ritratto del bambino e dell’ufficiale
tedesco non evocano la memoria di qualcosa che è stato, ma
raccontano ciò che è da quel tempo in poi, la loro
attuale situazione ed i loro diversi destini eterni. A lato
del bambino compare il filo spinato per ricordare la
costrizione e la prigionia subita dagli ebrei, mentre alle
spalle del tedesco traspare un forno crematorio, in richiamo
alle uccisioni che pesano sulla sua coscienza. Lo sfondo
confuso e immateriale rappresenta un distacco dal tempo
definito della vita. Quello che volevo imprimere sulla tela
è tutto quello che non possiamo permetterci di dimenticare.